giovedì 28 giugno 2012

Elsa: Le parole che non ti ho detto

Che l'entourage di Mario Monti abbia serie difficoltà a comunicare con noi gentaglia italica è evidente tanto quanto le mosche sulle pattumiere il sedici luglio. Che noi gentaglia italica si sia reduci da anni e anni di grottesche boutade di Silvio B. è un ulteriore dato di fatto non irrilevante.
Che comunicati e dichiarazioni a mezzo stampa siano fucine di malintesi, intrighi e rimaneggiamenti per fare bella figura sui titoli di tutti i giornali e rimanere impressi in quel residuo di opinione pubblica che ci rimane, è forse l'elemento più ovvio di tutti. Lo sa bene Mario Monti; la sua timida dichiarazione, rilasciata non troppo tempo fa, sul posto fisso e la monotonia ha scatenato una vibrante ondata di lamentele da parte di politici e di noi gentaglia di cui sopra, che hanno lasciato presto il posto a battute e siparietti nei peggiori show tv e poi alle vignette satiriche nelle prime pagine dei quotidiani. In attesa di una nuova dichiarazione-bomba. Che puntualmente arriva, come il Natale o la diarrea a spruzzo.
Postulato pragmatico: Elsa Fornero è una povera stronza per il 97% degli italiani – chi scrive non si esprime. L'art. 18 stesso ha cominciato a rilasciare interviste in cui dichiara di non poterla soffrire più; il termine «esodato», sui dizionari, gode di una sotto-voce dedicata interamente ad Elsa l'economaccademica. In momenti in cui gli italiani provavano ad impiccarsi con l'elastico delle mutande Fornero discettava di farfalle tatuate sul sovra-inguine di Belén e combatteva contro quei mulini a vento che l'accusavano di avere favorito l'ascesa lavorativa di famiglia posizionandola both (quanto ci piacciono le lingue anglofone ai tempi del governo tecnico...) nell'Ateneo in cui insegnano mamma e papà -Mario Deaglio, mica cotiche- che nella fondazione HuGeF, attivissima nel campo della genetica etc.; c'è da aggiungere in merito che anziché tacere la giovane Deaglio se ne uscì con qualcosa del tipo: «Il mio curriculum parla chiaro», che ci ha fatto abbozzare un sorriso e pensare che se qualcuno le chiederà mai di che colore sia stato il cavallo bianco di Napoleone lei avrebbe serie difficoltà a rispondere.
Bando alla chiacchiera sterile, qual è la colpa del ministro Elsa? Ad un intervista rilasciata al Wall Street Journal Elsa ha dichiarato che 
«Il lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio. L’attitudine delle persone deve cambiare, stiamo cercando di proteggere le persone, non i loro posti»


Santa Miseria. Le reazioni, as usual, non si sono fatte aspettare. Ho letto di quell' Occupy Fornero, che sta seminando un briciolo di terrore a Montecitorio. Ho letto le appassionate difese del Corriere e di Maria Stella Gelmini. Ho letto di chi accusa il Ministro di aver contraddetto lo spirito stesso della Costituzione (La frase tipo degli ultimi giorni, epurata da ogni tipo di insulto: «Ehi, amici, ma l'Italia non era una repubblica democratica fondata sul lavoro?»), e ho letto di Bergamo che non l'ha accolta con troppa gentilezza, e delle mozioni di sfiducia presentate da Idv e Lega Nord da votare giorno 4 luglio. Secondo postulato: Elsa ha detto delle cose sinceramente disgustose; ma quando la Fornero parla di attitudine delle persone, siamo sicuri che sbagli? In mezzo a quelle idiozie che la piemontesina ha assemblato con bellicosa sicurezza, quella piccola espressione dovrebbe farci un minimo riflettere. Attenzione: un minimo, giusto un po' per non lasciare il cervello ad un graduale percorso di atrofizzazione. Per riguadagnare quel minimo di attitudine all'impegno che ci possa fare capire che la banalità di quanto detto da Fornero sia facilmente debellabile con quel sacrificio di cui è lei stessa a parlare di cui è lei stessa ad essere totalmente ignorante: bontà sua, non gliene vogliamo mica fare una colpa. Lasciamola pure parlare e sfogarsi: i paesi esteri continueranno a pensar male di noi anche se fosse la Madonna, quindi il peso specifico e la rilevanza delle dichiarazioni della Fornero sono durate da Natale a Santo Stefano. La Germania continuerà a sogghignare pensando a noi, calcio o non calcio. E ricordiamoci sempre di quando Elsa entrò in scena scoppiando in lacrime: se fosse meno ricca sarebbe la vicina del piano di sotto che si lamenta perché le hai causato delle perdite sul tetto facendo pipì e tirando l'acqua.
Giuseppe Paternò di Raddusa

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