lunedì 25 giugno 2012

La TV che grida aiuto


E se vi chiedessi che cosa ricordate del Festival di San Remo dello scorso Febbraio? La risposta sembra quasi scontata: Belen e la sua farfalla. Questo, a distanza di mesi, è quello che si ricorda in modo certamente più immediato.
Ma proprio questo è solo uno dei tanti fiori (o meglio, farfalle!) all'occhiello della più recente televisione italiana. La domanda che allora sorge spontanea è: come ci si è arrivati?
Alcuni riportano l'origine del problema al famoso e quanto mai discusso programma degli anni '80 “Drive In”. Con le maggiorate "ragazze fast-food" per la prima volta portate sul piccolo schermo.  L'archetipo delle veline e letterine che dagli anni '90 il popolo italiano conosce molto bene.


Indubbiamente un programma rivoluzionario che ha dato avvio alla tv commerciale e ha mutato le sorti della televisione italiana. E il distacco dagli anni '80 sembra enorme. Una rivoluzione diventata cattiva abitudine. E' ormai prassi quotidiana vedere le curve, più o meno senza veli, di ragazze di ogni età. Perché? Semplice: risulta molto più facile far salire l'indice di gradimento di uno show attraverso giovani e belle ragazze semi nude.

Ma la decadenza non si arresta al misero uso della donna oggetto, ormai più che affermato. Basti pensare alle numerose pubblicità che sfruttano l'immagine sinuosa della donna per attirare l'attenzione sul prodotto. La televisione, soprattutto negli ultimi anni, inizia ad assumere nuove vesti. Forse le meno dignitose della sua storia. Il riferimento è chiaro: programmi come “Grande Fratello”, “Mammoni”, “Tamarreide”, “Uomini e Donne”, senza tener conto delle trasmissioni generaliste tanto amate dall'italiano medio. Programmi che fanno della banalità e della volgarità i loro vessilli e segnano le tappe della degenerazione. Tutto viene reso pubblico, degradato e svalutato, fino a indurre il pubblico, soprattutto quello più giovane, a considerare valori ciò che non è degno di questo nome. E la conseguenza è immediata. Orde di ragazzini malamente educati da una tv spazzatura, che proprio in questi anni offre poco e, senza un'adeguata capacità di discernimento, niente.  Una cattiva educazione i cui effetti si ripercuotono sulla società in genere. E' infatti sotto gli occhi di tutti l'enorme distacco fra una generazione e l'altra. Distacco che appare connotato soprattutto da un vuoto di valori, a cui la maggioranza dei genitori non è riuscita a sopperire. Genitori che dovrebbero dedicarsi in modo più attento all'educazione dei propri figli, far maturare in loro una capacità di critica e di scelta, passo dopo passo, evitando quindi di lasciare questo “ingrato” compito ad una scatola.

Tuttavia sarebbe molto semplice e quanto mai ingiusto soffermarsi solo sul lato negativo di una tv che ha perso di vista la sua funzione essenziale. Specialmente nei confronti delle nuove generazioni, bombardate di informazioni di ogni tipo, spesso inadeguate. Occorre tener conto anche di quei programmi che riportano l'ago della bilancia verso il centro. Che migliorano una situazione altrimenti tragica. Per citarne alcuni: “Ballarò”, “Piazza Pulita”, “L'Infedele”, “Report”, il passato “Vieni via con me” e i più recenti esperimenti di “Servizio Pubblico” e “Quello che (non) ho”. Cultura, informazione nel vero senso della parola. E per questo programmi alle volte scomodi – si ricorderanno bene le famose telefonate dell'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante le trasmissioni di Ballarò e dell'Infedele...

Si tratta dunque di una tv che grida aiuto o di un pubblico che si è arreso ad una cattiva, ma estirpabile abitudine? Nelle nostre mani di telespettatori è riposto in ogni caso un forte potere. Quello dell'audience. Meno persone seguono un programma, più salgono le possibilità di eliminarlo. Ma evidentemente la risposta è solo una, soprattutto in tempo di crisi: meglio trasmissioni poco impegnative da seguire, che allontanano dalla realtà. E che, per così dire, spengono il cervello.
Ma allora, anziché spegnerlo, dategli in pasto un buon libro, che è sempre una scelta saggia.


                                                                                                          Eleonora Costa

Nessun commento:

Posta un commento