L'Italia fa il suo dovere battendo l'Irlanda
2-0 e la Spagna elude ogni tentativo di "biscotto" vincendo per 1-0
contro la Croazia. Il primo successo degli azzurri nel campionato Europeo vale
l'accesso ai quarti di finale, come seconda del girone C, e Domenica a Kiev
attenderà la vincitrice del girone D. Il successo, che mancava da ben sette
mesi, è arrivato nel momento più importante della carriera di Cesare Prandelli
come C.T. dell'Italia. Il tecnico azzurro è riuscito a mantenere la calma sia a
livello personale sia all'interno dello spogliatoio, nonostante i media e tutto
l'ambiente calcistico davano per certo il "biscotto" tra Spagna e
Croazia. Ad avvalorare questa possibile tesi sono stati anche alcuni giocatori
di entrambe le squadre, i quali davano l'intera colpa alla nazionale italiana:
"perchè se avesse giocato meglio le prime due partite a quest'ora non si
sarebbe trovata in una situazione simile", queste le parole di Alvaro
Negredo, giocatore della Spagna.
L'Italia è scesa in campo consapevole di dover
vincere la propria partita e poi di aspettare notizie positive da Danzica,
città dove si disputava l'altro decisivo incontro. Prandelli, per l'occasione,
ha rimodellato la squadra, passando da un 3-5-2 ad un 4-3-1-2, dando più
fisicità alla difesa e maggiore qualità al centrocampo. La partita inizia con qualche brivido per l'Italia: due
disimpegni errati mettono in apprensione la squadra di Prandelli, ma il tempo
di sistemarsi meglio in campo e gli azzurri prendono in mano il possesso del
gioco. Le occasioni tardano a venire e solo intorno alla mezz'ora di gioco
l'Italia crea delle occasioni pericolose: Di Natale colpisce la spalla di St
Ledger, a portiere battuto; sempre Di Natale, dopo aver saltato il portiere
Given, prova la magia di esterno destro da posizione decentrata, ma ancora una
volta è St Ledger a respingere sulla linea; ci prova pure Cassano con un tiro
da fuori area, che Given a malapena riesce a respingere in angolo. Dal
conseguente angolo arriva il goal di Antonio Cassano, appostato sul primo palo,
con un colpo di testa che non lascia scampo a Given e che Duff respinge dopo aver
superato la linea di porta. L'arbitro non si lascia ingannare e indica il
cerchio di centrocampo: 1-0 per l'Italia.
La prima frazione di gara si conclude
col vantaggio dell'Italia e con una Irlanda spenta e priva di idee, che cerca
solo il contropiede per far male agli azzurri. Se entrambe le partite finissero
all'intervallo l'Italia chiuderebbe il proprio girone in testa alla classifica,
poichè a Danzica il risultato è di 0-0, ma ci sono altri 45 minuti da giocare e
il risultato è ancora aperto. Nella ripresa l'Italia cerca di controllare il
risultato, ma soffre più del dovuto, ritrovandosi spesso a subire le offensive
degli Irlandesi. Poco dopo il quarto d'ora esce l'autore del goal, Antonio
Cassano ed entra al suo posto Alessandro Diamanti. La tensione sale e assieme a
questa anche la stanchezza, allora l'Irlanda ci prova e su punizione Andrews
impegna Buffon. L'Italia soffre e allora Prandelli per dare maggiore peso
all'attacco inserisce Balotelli, fischiatissimo dal pubblico irlandese, in
netta supremazia rispetto a quello italiano( circa 16 mila i supporters
irlandesi e appena 2 mila quelli italiani).
Fischi che diventano ancor più
sonori quando, allo scadere del tempo regolamentare, Balotelli segna un gran
goal in mezza rovesciata. Un goal che chiude la partita con l'Irlanda, ma non
quella tra Croazia e Spagna, quest'ultima passata in vantaggio poco prima del
goal di Balotelli. L'Italia prova a segnare il terzo goal, che varrebbe la
qualificazione matematica, ma l'Irlanda si chiude bene e non lascia spazio agli
azzurri, nonostante l'inferiorità numerica(espulso Andrews per doppia
ammonizione). A Poznan la partita si chiude sul 2-0 per l'Italia, mentre a
Danzica ancora si deve giocare per un minuto. Un minuto che sembra durare
un'eternità. Alla fine anche a Danzica arriva il triplice fischio: Spagna e
Italia ai quarti di finale, rispettivamente come prima e seconda.
Differentemente da quanto accaduto nel 2004, il biscotto si sbriciola sulla
testa dei Croati e le tristi lacrime di Cassano, che contrassegnarono l'uscita
dell'Italia dall'Europeo del 2004, si trasformano in lacrime di gioia. La
strada è ancora lunga, ma sognare è lecito.
Pierluigi Immè
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