Uno dei più
divertenti tormentoni sull'Italietta di oggi contempla la presenza di donne
bellissime assurte al potere grazie a specifiche capacità orali. Che le
terrificanti post-femministe non trasaliscano, è la totale verità, un
pre-teorema che di solito funziona sempre. E non ci vuole nemmeno troppo
impegno per riuscire nell'impresa, basta andare scollacciate dentro l'ufficio
giusto, zac! ed è fatta. Vediamo queste damine spalmate su tutti gli
ambiti immaginabili: dal cinema alla televisione, dalla musica alla politica.
Una di loro, la ragazza che veniva da Terni, Sara Tommasi, ha provato a
cavalcare l'onda lunga della finanza dopo aver preso il sole alla corte di
Simona Ventura e della sua isola di disperati. Non starò qui a rievocare tutte
le mirabolanti imprese di questa giovanotta dallo sguardo terrorizzato,
istruita e coccolata da colui che definisce senza problemi «il mio mentore»,
leggi: l'avvocato, scrittore e filosofo di mezza età Alfonso Luigi Marra, idolo
delle folle e guru dello spot televisivo da centro di igiene mentale, unico
essere umano ad aver capito il dramma intrinseco legato allo strategismo
sentimentale che ha distrutto l'essere umano compromettendone l'evoluzione.
L'ultimo anno è
mezzo è stato costellato, su giornali, tv, e quant'altro, dalle stronzate
illuminanti di questa strana coppia: dichiarazioni a penna che sancivano la
rottura tra i due, video amatoriali e
foto in cui Sarabella era ripresa e immortalata ad implorare l'antico amore di
tornare da lei (rigorosamente senza indossare, a turno, reggiseno o mutandine)
, riappacificazioni e conferenze che addirittura vedevano la donna presentata
come esperta di finanza laureata alla Bocconi in cui si discuteva di
signoraggio bancario, cospirazioni e Nesquik.
Sara, colei che
mandava sms a Silvio Berlusconi firmandosi come Lady X e lanciando j'accuse
come Silvio vergognati! Mi hai fatto ammalare. Paga i conti dello psicologo o
il provvidenziale Spero ke krepi kon le tue tr*ie, senza trascurare
incursioni nel calcio e nella politica estera: Riprendi subito Ronaldinho
nella tua squadra di merda o ti faccio escludere da Obama e dai grandi del
mondo, l'Italia è incapace di ascoltare i segnali del mondo, fino al secco,
laconico e profetico Stai abusando di potere. Una donna per tutte le stagioni,
la figlia scema del Gabibbo e di Glenn Close in Attrazione fatale.
Chissà che cosa ne pensano a via Sarfatti.
Ecco, ci siamo.
Se fossimo in un film di Pietrangeli, Sara Tommasi morirebbe sola e pazza
all'ombra di un ponte. La vita, però, è altro: e al posto della morte ti regala il film porno. Arriva come
una manna celeste, un avviso complice, come biada per cavalli. Dici: un'idiota
simile o la butti nel porno o la lanci tra i campi a spezzarsi i gomiti. E si
sceglie la prima, clementi, perché una seconda chance la si dà anche ad
una poveraccia che sostiene di essere stata più volte drogata, vittima di un
complotto più grande di lei legato al nulla totale.
E tutto torna:
dimostriamo di non saper utilizzare Sara Tommasi nemmeno nel porno. Joe D'Amato,
con una scema simile, avrebbe fatto scintille. E invece, no. Il film gode di un
titolo che non è nemmeno ricercato: La mia prima volta. Banale,
scontato. Forse lo sa anche la stessa Tommasi, che a riprese terminate avrebbe
ammesso di essere stata drogata in modo da rendere immortali le sue legnose
acrobazie erotiche. Anche questa volta di suo pugno, su un foglietto di
carta. Per poi ritrattare e addossare la
colpa agli alieni. Geniale, ma già visto.
Avremmo potuto
fare di più; e dire che il teaser poster del film richiamava addirittura
Godard. Avrebbero potuto immergere i suoi occhi da cerbiatta e la sua
espressione da ferro filato dentro una fiaba simil-erotica in cui la giovane,
pugnace, avrebbe dovuto fronteggiare dragoni iperdotati e domare principi prestanti.
Ci si poteva giocar su, realizzando una colorata rivisitazione di Alice nel
Paese delle Meraviglie o Cenerentola, con tanto di rapporti saffici con le
sorellastre: voglio dire, i risvolti sarebbero stati chiari anche ai timorati
di Dio per entrambe le fiabe.
No, non andava
bene. Mandiamo a farsi friggere anche quel poco di inventiva che il genere
impone. Pieghiamoci pure allo schema standard da Youporn e affini. Il film
comincia con una breve intervista ad una catatonica Tommasi leggermente spumeggiante,
circondata da dildo, che si lascia andare ad un flusso di ricordi, sensazioni e
rimpianti: l'Umbria, la terra dei Natali, viene definita «una città
noiosissima». Tutto è inquadrato con noia, scandito da brevi messaggi in
sovrimpressione su sfondo nero che riportano delle massime della nostra Sara.
Massime talmente prevedibili che dubitiamo siano state scritte da un genio
simile. Continuando a guardare questo noiosissimo film vediamo i rapporti
intimi che intrattiene con una donna impegnandosi a mantenere la gamma
interpretativa di uno stoccafisso, per poi concedersi anche una gang bang
con tre sfigatissimi muratori e roba simile. Tutto condito dagli sguardi
maliziosi di Sara, occhi e gambe sbarrate, a dimostrare che perfino il porno
che la vede incontrastata star-conigliona è approssimativo, così come i
drammatici complotti e le cospirazioni da Rapporto Pelican che
coinvolgono lei e il suo illustrissimo mentore.
Giuseppe Paternò Di Raddusa
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