Record di views su Youtube e suono innovativo. Abbiamo intervistato Zef
e Wolta, al secolo Stefano Tognini e Walter Ferrari
Ogni loro
singolo sta diventando sinonimo di successo e boom di visualizzazioni su
Youtube: ad una velocità impressionante hanno fatto una vera e propria
escalation sul web, con un indice di gradimento non indifferente. “Casa dolce
casa” (con la partecipazione di Vasco, fratello di Wolta), “Parlo sempre di me”,
“Semplice” e “Non sorge il sole” sono solo la punta del loro iceberg chiamato
successo.
Walter ti conosco
personalmente, ma c’è una cosa che non ho mai avuto modo di chiederti. Mentre
il tuo nome d’arte, Wolta, è un chiaro riferimento al tuo nome, da dove e come
nasce Electrofants? Ha un significato particolare per voi?
Diciamo che la componente
più importante e che più caratterizza la nostra musica nel nome
"Electrofants" è "Electro". Quando abbiamo iniziato nel
2009 volevo proporre qualcosa di innovativo così abbiamo deciso di utilizzare
solo suoni elettronici nella basi: è una caratteristica molto insolita infatti
di solito nei beats (le basi musicali)
si utilizzano dei campioni (estratti di
canzoni sui quali è possibile rappare). Oltre ad essere qualcosa di
innovativo ci piaceva l'idea che fosse qualcosa di completamente creato da noi
a livello melodico e di scelta dei suoni. Abbiamo infine aggiunto al desinenza “-fants” per creare un gioco di parole
(Elephant - Electrofants) che trovavamo simpatico ma anche utile: è importante
avere un simbolo che caratterizzi il gruppo (come si può vedere nel logo)
Il rap nasce dai quartieri
poveri negli USA dove molte persone cercavano rivalsa e voglia di farsi
conoscere. Da qui nacque anche la figura di “rapper-criminale” che ancora oggi
si delinea come stereotipo del genere. Voi in tal senso segnate un punto di
rottura, fate rap per passione musicale e non cercate la vita da “rapper del
Bronx”. Pensate che questo possa compromettere la vostra immagine e la vostra
musica, come molti rapper italiani sono portati a pensare?
Non credo che la figura del
rapper criminale sia mai realmente esistita in Italia se non appunto come
stereotipo. Esiste invece la figura del rapper impegnato nella critica sociale
che attacca il sistema politico. Esiste il rapper che in gergo viene definito “conscious”
cioè il rapper più riflessivo più introverso quasi più poeta che rapper.
Bisogna però affermare che
negli ultimi anni non esistono più rapper attaccati ad un solo argomento anzi
tutti cercano nei propri lavori di trattare più argomenti possibili come quelli
citati prima, l'amore, l'autocelebrazione, il divertimento ecc. Secondo me noi
per quanto riguarda testi e tipologia di musica in generale seguiamo il trend
attuale: siamo abbastanza eterogenei.
Le critiche che ci vengono
mosse spesso sono fatte da ascoltatori ancora molto legati al passato, al rap
degli anni 90 e primi 2000. In Italia rispetto agli altri stati gli
"integralisti del rap" sono ancora molto diffusi.
Il vostro è sicuramente un sound che
nell’ultimo periodo attraverso numerosi artisti italiani è salito alla ribalta.
Vi ispirate a qualcuno particolarmente o cercate un' ubicazione tutta vostra?
Per quanto riguarda il rap
italiano non ci ispiriamo a nessuno. Non ci piace essere l'ennesima copia di
qualcosa che è già stato copiato. E poi il pubblico non è stupido: se ne
accorgerebbe. Molto spesso ci viene detto che siamo apprezzati proprio perché
facciamo un genere tutto nostro, diverso.
Ci ispiriamo spesso ad altri
generi come elettronica (house, dance) pop, qualcosina rock-punk, e siamo stati
costretti anche a farci influenzare un po' dalla dubstep che ora è molto in
voga. Per quanto riguarda l'ispirazione dal nostro stesso genere ci spostiamo
in America. Nel particolare:
Wolta: I rapper che apprezzo di più sono Big Sean, Lil Wayne, Drake, Chris
Brown, Kanye West.
Zef: Per
quanto riguarda le produzioni sempre Kanye West.
Le critiche mosse a chi sta
reinterpretando questo genere senza fare il “cattivo ragazzo” di cui parlavamo
e/o a chi sta usando un suono più vicino al commercial sono sempre parecchie e
di certo non delicate. Cosa vorresti dire a chi, senza dare un giudizio
costruttivo, critica solo perché si propone qualcosa di diverso dallo standard?
Un consiglio che vorremo dare a tutti è quello
di ascoltare più rap americano: è un genere che nasce là, da loro possiamo solo
imparare.
Poi dipende da chi ci critica.
Il rap in Italia è un genere che viene apprezzato molto dai teenagers. Il
consiglio che possiamo dare a chi si sta avvicinando adesso al rap italiano è
quello di non limitarsi ad ascoltare quello che esce attualmente ma di farsi
una "cultura" musicale per quanto riguarda l'hip-hop. E' importante
conoscere le radici di un genere musicale e non è invece così fondamentale
stare tutto il giorno a commentare in modo poco costruttivo su Youtube, i
social network vanno utilizzati in maniera più intelligente e non così
impulsiva. Un'altra cosa importante da dire ai più giovani è quella di non
farsi condizionare da quello che leggono (commenti, dati numerici ecc..) e di
apprezzare la musica per quello che è non per il successo che ha l'artista. Il
successo deve essere una conseguenza della bravura dell'artista non una causa.
Il consiglio che diamo invece ai nostalgici è che..non c'è! Perché se non hanno
cambiato idea in 10 anni sicuramente non la cambieranno ora. È giusto che
ognuno ascolti quello che vuole.
"Parlo sempre di me"
Grazie della disponibilità
Grazie a voi
Electrofants (Wolta e
Zef)
Sandro Sferrazza
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