Non va mai in pensione. Con un passato alle spalle fatto di
intenso lavoro ( ora seriamente, il nano si è rotto il sedere tutta una vita)
nel costruire e demolire imperi economici, manipolare le menti del popolo
italico con le soap opera, quiz e dragon ball, tra amori intensi e dolori da
annegare nelle minorenni, Berlusca non ne vuole proprio sapere di riposarsi. E
come dargli torto? Se il sangue chiama sangue, il denaro chiama denaro. Avere
impegni economicamente così ingenti non ti può
mai regalare una vecchiaia tranquilla e tra le noie ci sono pure quelle
di dover vendere due giocatori della tua squadra per un affare di 170 milioni per
far fronte ai debiti o forse per pagarsi la futura campagna elettorale ( e
bacini di voti). Se poi contiamo che la Giustizia cerca di rimorchiare Silvio
senza successo perché lui non gliela vuole dare, allora capiamo quanto questo
povero genio del male non possa godersi gli ultimi anni della sua vita.
Ammetto che quando mesi fa ho sentito ( e scritto) di
eventuali primarie nel Pdl in futuro prossimo, un po’ mi ha fatto piacere. Mi
ha rasserenato sapere che anche soltanto in linea di principio, forse soltanto
nella forma, qualcosa stesse cambiando, che si stesse facendo strada un po’ di
senso democratico. Ma puff! Il Nano Alpha parla e i nanetti obbediscono. Lui
vuole tornare perché l’Italia deve essere salvata. Ma la cosa raccapricciante
in tutto ciò è che a distanza di 20 c’è gente che ancora vuole essere salvata
da Silvio.
Ci stiamo trovando di
fronte ad un caso patologico. Perché in Italia c’è chi non riesce a dire di no
ad una figura del genere? Esiste veramente la Silvio-Dipendenza? Nel nostro
immaginario è diventato un simbolo così stabile e assoluto che mi inquieta
pensare che con ogni probabilità tra 50 anni i sociologi o gli storici affronteranno questo fenomeno in maniera del
tutto scientifica e professionale. Uso definire il Berlusconismo, così come
ogni altro fenomeno politico di simile portata,
una “ Religione Neo-Gentile”. Nell’antichità i Greci e i Romani non
adoravano soltanto le divinità ma a volte le odiavano pure. Questo rapporto di
amore-odio verso delle figure che noi assolutizziamo è qualcosa che è possibile
riscontrare anche in Silvio Berlusconi. Ed è una religione del tutto italiana.
E’ più probabile che i giovani oggi sappiano meglio i programmi di Italia 1 che
i passi del vangelo. Tutto ciò è terribilmente preoccupante. Perché non stiamo
trattando di una religione che valorizza l’uomo in quanto uomo, ma di un
fenomeno che valorizza l’uomo in quanto moneta, denaro: oggetto. E quando il
Dio Mortale ha annunciato le sue dimissioni un senso di liberazione ci ha
pervaso nell’immediato, ma la sua ombra è sempre rimasta lì a guardarci. Un Dio
che c’è e che si è nascosto a noi. Un Dio che sa che siamo ancora sotto il suo
dominio.
Ogni cosa ha un inizio e una fine, ogni malattia prima o poi
muore. Speriamo questa sia la volta giusta.
Gianluca Di Maita
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