Se vivi al
Sud quando finisci gli studi liceali l’idea di andare a studiare fuori, cioè al
Nord, si presenta sempre come quella più vantaggiosa. Appoggiata da genitori,
amici e parenti. Tutti concordi nel sostenere che lì su il futuro è in
cassaforte. Ma cosa significa esattamente lasciare diciotto anni alle spalle e
incominciare una nuova vita? Cosa significa scontrarsi con una realtà a tratti
più dura e quali sono i concreti vantaggi che il settentrione ci offre? E
studiare fuori è alla portata di tutti?Noi della Voce
Mite l’abbiamo chiesto a Sandro Sferrazza,
studente della Bocconi di Milano dove vive ormai da un anno, proveniente da
Catania e diplomato al Liceo Classico Mario Cutelli nel 2011.
La Voce Mite
-Salve Sandro, grazie di aver accettato di
rispondere alle nostre domande
Sandro
-Non c’è di
che, anzi grazie a voi.
V.M.
-Tu, come moltissimi altri tuoi coetanei, hai deciso
di intraprendere la carriera universitaria al Nord. La tua università, la
Bocconi, per il 59,3% è frequentata da studenti che non vengono dalla Lombardia
e moltissimi sono del Sud. Quali sono le motivazioni secondo te?
S.
-Chiaramente la mancanza di università qualificate e
le scarse opportunità per il futuro sono le motivazioni principali, ma giocano
anche altri fattori come la civiltà e i servizi offerti.
V.M.
-E in termini di prospettive di lavoro in futuro?
S.
-Sia prospettive di lavoro all'estero che nel top management
italiano (l'università è in tal senso "affiliata" alla Deutschebank e
c'è un apposito Career service in cui sia le più importanti industrie italiane
che quelle meno conosciute prendono i curriculum dei laureandi).
V.M.
-Quindi per te e i tuoi colleghi ciò che si dice di
solito riguardo agli studenti che vanno fuori ( " Se vanno via poi non
tornano più), calza a pennello?
S.
-Vedi si parla tanto di migliorare la propria terra,
ma la verità nuda e cruda consiste nel fatto che è la stessa terra che non
vuole essere migliorata. Si parla tanto di "noi siamo il futuro", ma
purtroppo già si denota come le classi dirigenti future si stiano venendo a
formare adesso e sono, purtroppo, la fotocopia di quelle odierne. "Ma la
nostra terra è bellissima". Indubbiamente. Ma il mare, il sole e gli
ombrelloni, a meno che tu non sia proprietario di uno stabilimento balneario,
non ti fanno arrivare a fine mese. Evitando moralismi, è la stabilità economica
ciò che un giovane oggi cerca.
V.M.
-Studiare fuori, anche in un'università pubblica,
secondo un'indagine del Movimento Consumatori fatta nel 2011, impegna
tantissimo la sfera economica di una famiglia. Il "Nord" è una scelta
elitaria?
S.
-No il nord non è una scelta elitaria. E’ una scelta
che con sacrifici alla portata della maggior parte delle famiglie permette in
un secondo momento un ritorno, un guadagno maggiore. Si tratta, economicamente
parlando, di un vero e proprio investimento a lungo periodo.
V.M.
-Cosa significa vivere da soli a diciotto anni?
Quali sono i consigli che dai a molti maturandi che come te lasceranno la
Sicilia dopo l’estate?
S.
-Non perdere di vista il proprio obiettivo e le
proprie ambizioni, essere convinti della propria scelta è fondamentale.
V.M
-Il tuo sogno?
S.
-Non ho
sogni, è ovvio che l'obiettivo è quello di trovare una sistemazione lavorativa
che, come già detto, ripaghi abbondantemente l'investimento. Ma lo stipendio non
è un sogno.
V.M
-E per
quanto riguarda la sistemazione. Puoi confermare che Milano è attrezzata al
meglio per gli studenti fuori sede?
S.
-Si
indubbiamente dai mezzi ai locali, dalle biblioteche per studiare alla densità
di negozi e supermercati per quartiere. Non manca niente, solo il mare.
V.M.
-Ci avviamo
alla fine dell'Intervista. Ma prima, visto che alla Bocconi il Presidente del
Consiglio Monti è di casa, qual è la tua opinione sul suo operato?
S.
-La stampa
e i media si sono scordati che il Presidente Monti è arrivato dopo un governo
che ancora negava la crisi tra un processo e l'altro e si sa, in Italia
rivelare qualcosa di brutto e prendere decisioni difficili ti rende impopolare.
I media e le televisioni amano strumentalizzare e plasmare le menti: ad esempio
i suicidi per cause finanziare, la cui percentuale è esattamente in linea sia
con gli altri anni che con gli altri paesi, Queste vicende mi ricordano quando
qualche anno fa sembrava che tutti i ragazzi d'Italia andavano a tirare sassi
dal cavalcavia. In sintesi quello che l'Italia si scorda è che siamo il secondo
paese (forse adesso terzo dopo la Spagna) a rischio default. I vari tagli,
licenziamenti e tasse sono necessari, ma alla fine questo si capirà quando ne
usciremo. Poi tanto la gente torna tranquilla, basta però che Monti non tocchi
il calcio ovviamente…
V.M.
-E per il
dopo Monti, cosa ne pensi dell'ascesa dei Grillini?
S.
-Nietzsche
diceva che lo schiavo (leggi popolo) non vede di buon occhio le virtù dei
potenti: è scettico e diffidente, vorrebbe persuadersi che tra quelli la stessa
felicità non è genuina. I grillini e Grillo, buon one-man show per carità, si
sentono gli schiavi e non il popolo quindi cadono in questa dietrologia e finto
moralismo. Partendo da questo presupposto aggiungo che parlare, fare il comico
e critica è veramente troppo facile. E’ come la questione dei critici
gastronomici: assaggiano e parlano quando possibilmente non sanno nemmeno
condire un'insalata. Sinceramente non conosco bene tutti gli esponenti del
movimento cinque stelle, ma Grillo non
dovrebbe parlare di politica, perché il "critico gastronomico" parla,
ma è politicamente vuoto.
V.M.
-Grazie di
tutto Sandro. In bocca al lupo per il futuro allora!
S.
.Figuratevi.
Crepi!
08/06/2012
per “La Voce Mite” Gianluca Di Maita
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