domenica 10 giugno 2012

Studiare al Nord: è un investimento per il Futuro


Se vivi al Sud quando finisci gli studi liceali l’idea di andare a studiare fuori, cioè al Nord, si presenta sempre come quella più vantaggiosa. Appoggiata da genitori, amici e parenti. Tutti concordi nel sostenere che lì su il futuro è in cassaforte. Ma cosa significa esattamente lasciare diciotto anni alle spalle e incominciare una nuova vita? Cosa significa scontrarsi con una realtà a tratti più dura e quali sono i concreti vantaggi che il settentrione ci offre? E studiare fuori è alla portata di tutti?Noi della Voce Mite l’abbiamo chiesto a Sandro Sferrazza, studente della Bocconi di Milano dove vive ormai da un anno, proveniente da Catania e diplomato al Liceo Classico Mario Cutelli nel 2011.

La Voce Mite

-Salve Sandro, grazie di aver accettato di rispondere alle nostre domande

Sandro

 -Non c’è di che, anzi grazie a voi.

V.M.

-Tu, come moltissimi altri tuoi coetanei, hai deciso di intraprendere la carriera universitaria al Nord. La tua università, la Bocconi, per il 59,3% è frequentata da studenti che non vengono dalla Lombardia e moltissimi sono del Sud. Quali sono le motivazioni secondo te?

S.

-Chiaramente la mancanza di università qualificate e le scarse opportunità per il futuro sono le motivazioni principali, ma giocano anche altri fattori come la civiltà e i servizi offerti.

V.M.

-E in termini di prospettive di lavoro in futuro?

S.

-Sia prospettive di lavoro all'estero che nel top management italiano (l'università è in tal senso "affiliata" alla Deutschebank e c'è un apposito Career service in cui sia le più importanti industrie italiane che quelle meno conosciute prendono i curriculum dei laureandi).

V.M.

-Quindi per te e i tuoi colleghi ciò che si dice di solito riguardo agli studenti che vanno fuori ( " Se vanno via poi non tornano più), calza a pennello?

S.

-Vedi si parla tanto di migliorare la propria terra, ma la verità nuda e cruda consiste nel fatto che è la stessa terra che non vuole essere migliorata. Si parla tanto di "noi siamo il futuro", ma purtroppo già si denota come le classi dirigenti future si stiano venendo a formare adesso e sono, purtroppo, la fotocopia di quelle odierne. "Ma la nostra terra è bellissima". Indubbiamente. Ma il mare, il sole e gli ombrelloni, a meno che tu non sia proprietario di uno stabilimento balneario, non ti fanno arrivare a fine mese. Evitando moralismi, è la stabilità economica ciò che un giovane oggi cerca.


V.M.

-Studiare fuori, anche in un'università pubblica, secondo un'indagine del Movimento Consumatori fatta nel 2011, impegna tantissimo la sfera economica di una famiglia. Il "Nord" è una scelta elitaria?

S.

-No il nord non è una scelta elitaria. E’ una scelta che con sacrifici alla portata della maggior parte delle famiglie permette in un secondo momento un ritorno, un guadagno maggiore. Si tratta, economicamente parlando, di un vero e proprio investimento a lungo periodo.

V.M.

-Cosa significa vivere da soli a diciotto anni? Quali sono i consigli che dai a molti maturandi che come te lasceranno la Sicilia dopo l’estate?

S.

-Non perdere di vista il proprio obiettivo e le proprie ambizioni, essere convinti della propria scelta è fondamentale.

V.M

-Il tuo sogno?

S.
-Non ho sogni, è ovvio che l'obiettivo è quello di trovare una sistemazione lavorativa che, come già detto, ripaghi abbondantemente l'investimento. Ma lo stipendio non è un sogno.
V.M
-E per quanto riguarda la sistemazione. Puoi confermare che Milano è attrezzata al meglio per gli studenti fuori sede?
S.
-Si indubbiamente dai mezzi ai locali, dalle biblioteche per studiare alla densità di negozi e supermercati per quartiere. Non manca niente, solo il mare.
V.M.
-Ci avviamo alla fine dell'Intervista. Ma prima, visto che alla Bocconi il Presidente del Consiglio Monti è di casa, qual è la tua opinione sul suo operato?

S.
-La stampa e i media si sono scordati che il Presidente Monti è arrivato dopo un governo che ancora negava la crisi tra un processo e l'altro e si sa, in Italia rivelare qualcosa di brutto e prendere decisioni difficili ti rende impopolare. I media e le televisioni amano strumentalizzare e plasmare le menti: ad esempio i suicidi per cause finanziare, la cui percentuale è esattamente in linea sia con gli altri anni che con gli altri paesi, Queste vicende mi ricordano quando qualche anno fa sembrava che tutti i ragazzi d'Italia andavano a tirare sassi dal cavalcavia. In sintesi quello che l'Italia si scorda è che siamo il secondo paese (forse adesso terzo dopo la Spagna) a rischio default. I vari tagli, licenziamenti e tasse sono necessari, ma alla fine questo si capirà quando ne usciremo. Poi tanto la gente torna tranquilla, basta però che Monti non tocchi il calcio ovviamente…
V.M.
-E per il dopo Monti, cosa ne pensi dell'ascesa dei Grillini?
S.
-Nietzsche diceva che lo schiavo (leggi popolo) non vede di buon occhio le virtù dei potenti: è scettico e diffidente, vorrebbe persuadersi che tra quelli la stessa felicità non è genuina. I grillini e Grillo, buon one-man show per carità, si sentono gli schiavi e non il popolo quindi cadono in questa dietrologia e finto moralismo. Partendo da questo presupposto aggiungo che parlare, fare il comico e critica è veramente troppo facile. E’ come la questione dei critici gastronomici: assaggiano e parlano quando possibilmente non sanno nemmeno condire un'insalata. Sinceramente non conosco bene tutti gli esponenti del movimento cinque stelle,  ma Grillo non dovrebbe parlare di politica, perché il "critico gastronomico" parla, ma è politicamente vuoto.
V.M.
-Grazie di tutto Sandro. In bocca al lupo per il futuro allora!
S.
.Figuratevi. Crepi!


           
                                    08/06/2012     per “La Voce Mite”  Gianluca Di Maita

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