Un Parlamento che si avvia finalmente verso la strada della
depurazione. Sì, ma dal 2018 . Ottenuta la fiducia della Camera sul disegno
legge anticorruzione, ma la legge delega conferita al Governo sarà di un anno.
Quindi secondo Fli e Idv le nuove norme non si applicheranno alle elezioni del
2013, ma scatteranno per quelle di 5 anni dopo. Insomma, un passo avanti che
non fa felici del tutto. Una condizione a quanto pare dovuta ai contrasti con
il Pdl che si è opposto alla proposta del ministro alla P.A. di abbassare il tempo di delega a 9 mesi.
“ Uno
specchio per le allodole” afferma allora Antonio Di Pietro. Una legge “procorruzione” sarebbe quella che sta passando alle
camere secondo il leader di Idv. Con le nuove norme sui reati di concussione i
tempi di prescrizione si abbassano di un terzo, venendo a saltare così numerosi
processi. Dal processo Penati a Rubygate, passando per quello alla sanità
pugliese e quello alla “P4”.
Se il governo tra ieri e oggi ha avuto una grande iniezione
di fiducia da parte delle forze politiche, da notare è però la dura rezione del
Pdl segnata da numerose assenze e astenuti, tra cui Berlusconi e Alfano. Un
popolo della libertà, che tramite le parole di Cicchitto, dimostra la volontà
di voler modificare il testo anticorruzione al Senato per inserire la
responsabilità civile diretta dei magistrati.
Contento sembra invece il Pd e soprattutto il capogruppo
alla camera Franceschini, il quale fa notare la “rivoluzione” di argomenti che si stanno dibattendo finalmente in aula.
Signficativa la motivazione al voto contrario di Miccichè,
il quale afferma che con l’introduzione del nuovo reato di traffico di
influenze illecite i politici del Sud
sarebbero tutti indagati. A quanto pare, un’altra bella immagine dei
meridionali. Grazie ancora Miccichè.
di Gianluca Di Maita
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