L'Italia
non riesce ad andare oltre l'1-1 contro la Croazia e adesso si fa
seriamente dura per passare il girone eliminatorio. Cesare Prandelli
aveva detto, alla vigilia della partita, che sarebbe stata la partita
decisiva e così è stato. Per l'Italia stesso modulo e stessi elementi
che hanno fermato la Spagna; Croazia, invece, disposta in campo con un
4-4-2 molto difensivo. Gli azzurri hanno impostato la gara in maniera
aggressiva, attaccando sin da subito la Croazia e cercando di avere
sempre il pallino del gioco. Nel primo tempo gli azzurri hanno avuto
molte occasioni per andare in vantaggio: clamorosa la doppia occasione
capitata a Marchisio, che si è visto respingere, prima di destro e poi
di sinistro, entrambi i tiri dal portiere croato Pletikosa, ottimo nei
due interventi. Buone occasioni anche per Balotelli, meglio rispetto
alla partita con la Spagna, ma sempre troppo poco. In chiusura di primo
tempo, quando lo 0-0 sembrava poter chiudere la prima frazione di
gioco,
Pirlo
si inventa un capolavoro su punizione dal vertice sinistro dell'area di
rigore, che si insacca sul primo palo e non lascia scampo a Pletikosa. Primo
tempo dominato dagli azzurri. Croazia tutta da rivedere: poche, o forse
nessune, occasioni pericolose create dalle parti di Buffon.
Ma
dopo l'intervallo i giocatori croati scendono in campo con uno spirito
diverso, capovolgendo la situazione: la Croazia attacca e aggredisce il
portatore di palla azzurro, mentre l'Italia è costretta a barricarsi in
difesa e, quando può, cerca di sfruttare il contropiede. Ma Bilic non ha
giocato solo sulle motivazioni dei giocatori, ha anche cambiato modulo,
rendendolo più offensivo: 3-5-2 alla Prandelli con Srna spostato in
avanti e maggiore gioco sugli esterni. Croazia, quindi, più determinata e
costantemente in attacco per cercare il pareggio, ma anche in questa
ripresa sono davvero pochi i pericoli veri creati al portiere azzurro.
L'Italia però non ha più la stessa concentrazione e la stessa voglia di
vincere del primo tempo. Prandelli e soprattutto Nocerino(direttamente
dalla panchina come un tempo Gattuso) cercano di spronare gli azzurri a
cercare il secondo goal, che metterebbe più al sicuro il risultato. Tutto ciò serve a ben poco: l'Italia non c'è più, in campo si vedono solo 11 ombre. Poco dopo la metà della ripresa,
arriva la doccia fredda con cross dalla sinistra di Strinic che riceve
Mandzukic, il quale stoppa di petto il pallone e da posizione
ravvicinata lo infila alle spalle di Buffon. La palla lambisce il
palo prima di entrare in porta, portando il risultato sull'1-1. L'Italia
accusa il colpo e per alcuni minuti non riesce più a creare gioco. A
nulla servono gli ingressi in campo di Montolivo, Di Natale e
Giovinco, se non ad allungare i minuti di recupero. La partita si
conclude con un sussulto finale: palla al limite dell'area croata che
nessun azzurro, però, riesce a calciare verso la porta. Triplice fischio
di Webb, il quale non ha avuto particolari problemi nè da una parte nè
dall'altra. Gli unici casi da moviola riguardano la gomitata di Srna rifilata a Thiago Motta, apparsa abbastanza volontaria, e il fuorigioco inesistente fischiato a Di Natale, lanciato solo verso la porta. Per il resto, la solita Italia che non riesce a gestire il vantaggio, come contro la Spagna, e si fa rimontare da una Croazia poco brillante, diversa da quella che ha esordito contro l'Irlanda. Ottime le prestazioni di Marchisio e Pirlo, sottotono quelle di Balotelli e Cassano e più che positiva la prova di Giaccherini in fase di copertura. Per quanto riguarda il discorso qualificazione, l'Italia si trova appesa ad un filo molto sottile, ma la speranza è l'ultima a morire e quindi fino all'ultimo bisogna crederci. La prossima avversaria degli azzurri sarà l'Irlanda di Giovanni Trapattoni, oramai eliminata dalla competizione e senza nulla da perdere.
L'Italia, oltre a dover vincere contro l'Irlanda, dovrà sperare che Croazia e Spagna non facciano un bel "biscotto", come nel 2004, quando Danimarca e Svezia si "accordarono" per un 2-2 che eliminò l'Italia, inutilmente vittoriosa nei confronti della Bulgaria. Gli azzurri, a quei tempi, erano allenati dallo stesso Giovanni Trapattoni che affronteremo Lunedì 18 e il goal vittoria contro la Bulgaria lo mise a segno un giovane Antonio Cassano, che oggi guida l'attacco della nostra nazionale. Quel tristissimo 22 Giugno 2004 a fine partita ci furono le lacrime di disperazione da parte dello stesso giocatore barese; Lunedì 18 Giugno 2012 si spera che la storia non si ripeta e che a fine partita Cassano questa volta pianga dalla gioia, per averci portato ai Quarti di finale dell'Europeo.
Pierluigi Immè
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