Mancano 4 giorni all’inizio della prima prova. Gli studenti,
come di consueto, oscillano tra l’ansia d’esami e la tranquillità nei confronti
di una maturità più che scontata. Quest’anno a fare notizia sono i “ plichi
telematici” che sostituiranno le buon vecchie buste che i carabinieri usavano
portare in tutte le scuole d’Italia. Un’innovazione digitale che, sempre per rimanere con una gamba in
tema di “spending review”, secondo il ministro dell’Istruzione Profumo porterà
ad un notevole risparmio di tempo e denaro.
Il procedimento è semplice: la mattina del 20 giugno ad un
referente che abbia delle competenze informatiche sarà data una password, con
questa il docente di turno ne scaricherà una seconda e rimetterà entrambe le
chiavi digitali alla commissione. Dopo che si sarà effettuato lo scaricamento
dei quesiti si potrà dare inizio alla prova. E’ un sistema che assicurano sia a
prova di hacker, sebbene si abbiano più giorni per poter provare a “cracckare”
il tutto.
Se si dovessero invece avere problemi con il download il
ministero ha pronto un piano di riserva. Nell’ufficio scolastico di ogni
regione vi è infatti una copia del plico telematico, pronta ad essere trasmessa
secondo i vecchi metodi ai vari istituti scolastici.
Ma al di là dei vari modi per poter accedere ai quesiti
delle prove prima del tempo, la realtà sembra che la ricerca del voto di
maturità non sia poi così importante per gli studenti. Uno studente su tre lo
considera inutile in vista della carriera universitaria, dove saranno altre le
cose che conteranno. In aggiunta poi, anche quest’anno il voto di maturità non
conterà ai fini dell’ammissione nelle facoltà universitarie.
Raggiungere la lode invece sembra una cosa molto complicata
quest’anno: occorre avere la media del 9 negli ultimi tre anni senza aver mai
preso un voto in pagella inferiore all’8.
Una disposizione che ha fatto discutere e che sicuramente taglierà fuori
dalla lode parecchi studenti.
Gianluca Di Maita
Non c'è nulla di non 'hackerizzabile' al giorno d' oggi. Basti pensare che dopo la chiusura di Megavideo gli hacker del gruppo Anonymus sono riusciti ad oscurare, addirittura, i siti degli enti governativi americani. Se solo qualcuno di davvero bravo ci avesse lavorato come si deve a quest' ora le traccie sarebbero già tranquillamente in rete...
RispondiEliminaRobi